L’azienda

La storia

La nostra Tenuta nasce nel cuore del Canavese, nel primo Novecento. Qui Giovanni Tinetti, originariamente conciatore, acquista alcuni ettari di terreno e inizia la sua avventura vitivinicola. La proprietà passa di mano in mano attraverso tutta la famiglia, fino ad oggi che guida l’azienda Antonino Iuculano Mamao, marito di Domenica Roletto, nipote del fondatore.

Ci troviamo circondati dalle colline moreniche che creano un anfiteatro naturale. Qui il nostro vitigno principe, l’Erbaluce, cresce rigoglioso sul terreno minerale e ciottoloso, nato dal ritiro di un ghiacciaio. La combinazione della mineralità spiccata e dell’acidità dei terreni, si ritrova nel vino, che brilla per freschezza e bevibilità.

La leggenda

La viticoltura del canavese è legata a doppio filo con un’antica leggenda che racconta l’origine del nostro vitigno principe: l’Erbaluce.

Narra la leggenda che, nelle colline del Canavese, vivessero le divinità della natura. Tra di loro la Dea Alba e il Dio Sole, si conobbero sulle rive del lago di Candia.

Fu amore a prima vista, un amore puro e sincero, ma impossibile. Un perpetuo inseguirsi, condannati a non incontrarsi mai.
Al sorgere dell’uno, l’altra era costretta ad abbandonare il firmamento.

Gli anni passarono e vedendo gli amanti struggersi, la Dea Luna intervenne. Una mattina, restò alta nel cielo, oscurando un po’ più a lungo il cammino del Sole, permettendogli di incontrare la sua amata Alba.

Dall’incontro dei due amanti, con la prima eclisse alta nel cielo, nacque la Ninfa Albaluce.

Era di un’eleganza straordinaria, la sua pelle dorata splendeva sotto i raggi del sole e i suoi occhi riflettevano la luce come gemme preziose.

Rapidamente si sparse la voce di una ninfa così bella che tutti i giorni solcava i laghi e si specchiava nei ruscelli. Gli abitanti iniziarono ad ammirarla e venerarla. Qualcuno le portava il pescato, qualcuno il raccolto. Altri pregavano in suo nome.

Ma così tanta fama e bellezza, purtroppo, portò ad Albaluce anche le invidie delle regine. Coalizzate scaldarono gli animi dei cittadini. “La terra non basta per il raccolto, ne serve di più. Le acque cristalline lasceranno spazio ai campi. Il lago verrà svuotato”.
Senza l’acqua i terreni divennero ben presto aridi e gli alberi rinsecchirono.

La Ninfa Albaluce, ormai privata della sua casa, si ritrovò, triste, a piangere.
Ma nel momento in cui la prima lacrima toccò i campi, la Dea Terra commossa, fece nascere una pianta di vite, che rapidamente si sparse in tutte le terre e con essa la vegetazione tornò rigogliosa.

Gli abitanti videro le colline tornare fertili e sulle viti crescere un’uva buona e dorata come la ninfa. Pentiti del loro errore, in suo onore, la chiamarono Erbaluce.

Le pergole

La peculiarità distintiva del nostro territorio si rivela nelle maestose Pergole che caratterizzano i nostri vigneti.

Questo sistema di allevamento unico svolge un doppio ruolo, sia climatico che agronomico.

L’Erbaluce è un vitigno molto duttile, ma anche molto particolare. Ha una fertilità basale limitata, per questo lasciamo fino a 14 gemme per capo frutto e le Pergole, sollevando i tralci a quasi due metri e mezzo d’altezza, consentono a questo nobile vitigno di esprimere appieno il suo potenziale.

Inoltre, creano un microclima speciale che protegge le viti dall’umidità e dalla muffa. Il tendone fogliare risultante offre riparo dalle intemperie, come le grandinate.

La tradizione, tuttavia, non è mai stata sufficiente per noi. Da anni collaboriamo con il Dipartimento di Agraria dell’Università di Torino per comprendere se le Pergole siano effettivamente il sistema più efficace. Con circa due ettari di vigneto dedicati alla ricerca, alterniamo filari pergolati e a spalliera, coltivati e vinificati separatamente per scoprire le condizioni ideali in cui l’Erbaluce raggiunge il suo massimo splendore.

Ci impegniamo da anni a ridurre l’impiego di sostanze di sintesi in vigna. Per questo impieghiamo la lotta integrata e non usiamo diserbanti. La rimozione dell’erba da terra avviene solamente per via meccanica, mentre tutti gli altri processi avvengono manualmente.

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